La Biblioteca Comunale di Faenza ha sede nell’ex convento dei Servi di Maria, adiacente l’omonima chiesa. L’edificio sacro fu consacrato il 15 marzo 1423 e di quel primo complesso non si hanno notizie dirette, in quanto la chiesa attuale, venne ricostruita nel 1735, su progetto dell’architetto Giuseppe Soratini.
Il primo nucleo librario dell’attuale Biblioteca risale al tempo delle soppressioni napoleoniche delle Corporazioni religiose, cioè al 1797. Occorre però risalire al 1804, data in cui l’Abate Zannoni, presenta alla Municipalità un’istanza perchè venga accettata in dono la sua libreria, ponendo la condizione di essere nominato bibliotecario a vita.
La proposta è accettata ed entrarono così nella Biblioteca, ad arricchire i precedenti fondi, edizioni rare di classici greci e latini. La Biblioteca viene aperta al pubblico in forma solenne il 25 novembre 1818.
Dall’atrio ottocentesco si accede, a destra e a sinistra, ai due chiostri dell’antico convento. A destra troviamo l’ingresso dell’Emeroteca e della Sezione faentina dell’Archivio di Stato; ad una delle pareti, una lastra tombale marmorea della secondà metà del sec. XIV, raffigurante un guerriero della famiglia Pasi. A sinistra si incontra il più caratteristico e antico dei due chiostri (sec. XIV e XV); sulle colonne alcuni capitelli arenaria della secondà metà del sec. XV con scolpite le iniziali K.Z. (sigla dei ceramisti Karolus e Zanone Zanelli).
Da quest’ultimo chiostro si sale attraverso un ampio scalone, ornato di antiche lapidi, al piano della Biblioteca che, molto danneggiata nella recente guerra, ha diversi locali rifatti e ristrutturati. Oltre all’Aula Magna si può ammirare la splendida “Sala del Sette-cento” con scansie laccate, eseguita nel 1784 dal Maestro Falegname Giuseppe Sangiorgi su disegno del pittore Luigi Gallignani, per l’antico Archivio Notarile.
Oggi, tra le collezioni di maggior pregio artistico sono da annoverare: la raccolta dei disegni di Romolo Liverani, la raccolta dei Disegni di Domenico Rambelli, il fondo dei disegni di Giuseppe Pistocchi, la più riicca collezione di scatole di fiammiferi di epoca Liberty presente il Italia (ca. 35.000 esemplari), il codice 117 (Bonadies), manoscritto musicale del XV secolo, oltre a numerosi mano-scritti musicali dei più noti maestri faentini: Giuseppe Sarti, Antonio e Giuseppe Cicognani e Lamberto Caffarelli.
Nel settore strettamente bibliografico, i fondi di maggior interesse bibliologico e storico: la biblioteca nobiliare della Famiglia Zauli-Naldi (a carattere giuridico dal 1500 al 1800), la biblioteca di Ludovico Caldesi (a carattere scientifico-botanico), il fondo Lamberto Caffarelli (a carattere filosofico-esoterico), la raccolta romagnola Antonio e Clara Corbara (a carattere artistico), la raccolta faentina (ca. 50.000 unità, che documenta le vicende storiche e artistiche della città e dei suoi dintorni).